L'OROLOGIO DA PARETE
STEP 5: LA COSA NELLA LETTERATURA
JOSE ZORRILLA
Poeta spagnolo (Valladolid 1817 - Madrid 1893).
Cantore delle leggende e delle belle tradizioni
poetiche della vecchia Spagna, sempre care
al cuore del popolo, fu per questo molto popolare.
Straordinariamente feconda, la sua produzione
letteraria comprende liriche, composizioni
narrative e composizioni drammatiche
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L’Orologio José Zorrilla Quando nella notte ombrosa Con la luna cenerina, Di un alto orologio si racconta La voce che piega a compasso; Se attraversando l'estesa Piazza ti vedi in se! tarda corsa Rodare la mano nella sfera, Lasciando dietro un segno, si fissano lì gli occhi, Ed il cuore trema Che cresce secondo il tempo, Più piccolo il tempo è; Che va ruzzoloni la mano, E l'esistenza va in lei, E è l'esistenza ma bella Perché si perde dopo. Tremenda cosa è passando Sentire, tra il roco vento, Quale spiegati violento Da un nero capitello Egli sono triste e moderato Dell'orologio che da' un'ora Nella campana sonora Che sii appesa su lui! Quello misterioso circolo, Di un eternità emblema, Che sta come un anatema Appeso in una parete, Viso di un essere invisibile In una torre spuntato, Del goto scolpito Avvolto nella densa rete, Sembra un angelo che aspetta L'ora di rompere il nodo Che lega l'orbe, e conta muto Le ore che vedi passare; Ed avvisa al mondo addormentato, Con l'acuta campana, Le ore che avrà domani Di meno al risveglio. Sembra l'occhio del tempo Il cui vivente pupilla Medita e marca tranquilla Il passo all'eternità; L'inviò a ridere degli uomini L'Onnipotenza divina, Creó il sole che il, illumina, Perché il sole è la verità. Così alla luce di quello falò Che ha sospeso nell'altezza, Cresce l'umana pazzia, Menoma il tempo nel reló; Il sole illumina le ore E l'orologio il soli conto, Perché nella sua marcia violenta non giri il sole che passò . Tremenda cosa è, per certo, Vedere che un paese si alza E si ubriaca e ride e canta Di una piazza in contorno; E vedere nella sfortuna torrefaccia Inmoble un orologio segnando Le ore che continua a passare Nel suo bacchico furore Forse dietro la sfera Qualche spirito giace Che rapidamente fa Entrabi i punzoni rodare Chissà declinando il giorno, Per affondare in Occidente Spunta davanti la calvizie, L'universo a guardare. Chissà alla luce della luna Là nella notte silenziosa, Sulla torre elevata A meditare si stanziò: E per l'aperta finestra, Angosciato il moribondo, salutando il mondo Di orrore affranto lo vide. Chissà spuntando alla sfera La notte passa chissà ed i giorni, Segnando l'ora ultima Della quale morranno; Chissà, la sfera strappando, Spunti all'oscuro vuoto Il viso nervoso ed asciugo Con sardonico ridere. Ahi, che è molto duro il destino Della nostra esistenza vedere In un misterioso circolo Tracciato in una parete! Vedere in numeri scritto Di nostro orgoglioso essere La miserian un misterioso circolo Tracciato in una parete! È triste sentire di un pendolo Il moderato cadere Come si sentisse il rumore Degli scarni piedi Della morte che venisse la Nostra esistenza a, rompere; Sentire il suo colpo acciaiato Ripetuto una, due, tre, Mille volte, ugualmente, continuo Come la prima volta. E mentre per l'Oriente Porta sul sole, torna a cadere, Tende la notte la sua ombra, E gira il sole un'altra" volta, E viene anche la primavera, Ed il crudo inverno, Passa l'ardente estate, Passa l'autunno, e si vedono Tostate foglie e fiori Dai rami cadere. . E l'orologio dando le ore Che non bisogneranno più di ritornare; E mormorando a compasso Una sentenza crudele, Sussurra il pendolo: "Mai, Mai, non tornare mai ad essere Quello che là nell'eternità Una volta contato fu! |